martedì 13 dicembre 2011

Farroukh Bulsara

A lui si devono alcune delle canzoni più celebri come «Bohemian rapsody», «Somebody to love», «We are the champions», «Don't stop me now» che insieme ad altri motivi rappresentano tuttora il bagaglio musicale della seconda metà degli anni Settanta fino a metà degli anni Ottanta. Fu sempre Mercury a disegnare il logo dei Queen che comprende i simboli dei segni zodiacali dei componenti: leone per Taylor e Deacon, cancro per May, vergine per lui. Freddy Mercury. Che inventò anche il nome del gruppo. E lo spiegò: «È solo un nome, ma è molto regale e sembra splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Ero consapevole delle connotazioni gay, ma era solo uno dei suoi aspetti».
Lui. Mercury. Queen. Lui che terminava i concerti lanciando le rose al pubblico e brindando con champagne insieme ai fan, mentre risuonavano le note dell'inno inglese «God save the queen». E Freddy indossava la corona. Lui che alla fine degli anni Settanta aveva scelto che la trasgressione più forte fosse quella di non colpire con un pugno nello stomaco chi assisteva, ma di sedurlo.

In foto: Costumi di Alessandra Antonucci e Paride Mirabilio.

giovedì 20 ottobre 2011

“Spalancami la selva che devo uscire„

Due ateniesi, Pistetero ed Evelpide, disgustati dal comportamento dei loro concittadini, decidono di lasciare la città per cercarne un’altra dove poter vivere in pace. Si recano dunque da Upupa e gli propongono di fondare insieme agli uccelli una città nel cielo chiamata Nubicuculia (in greco Νεφελοκοκκυγία). Gli uccelli sono inizialmente ostili all’idea, poiché non si fidano di nessun uomo, ma le loro diffidenze vengono superate e cominciano i lavori.





“Mercoledì 30 novembre alle ore 20.30, presso l'Auditorium del Rettorato dell'Università di Chieti, andrà in scena "Gli uccelli di Aristofane non di Hitchcock", piece teatrale diretta dal regista ortonese Antonio Tucci.

Nel ricco cast figurano, tra gli altri, Raffaele Iammarino, Bruno Monti, Mariangela Di Luzio e Luigi Cronin. Costumi di Alessandra Antonucci e Paride Mirabilio. Ingresso libero.„

In foto: L'Upupa, Mariangela Di Luzio. Costume di Paride Mirabilio.

lunedì 11 luglio 2011

Movimentata.. vita quotidiana!

Lei. Bella, non bellissima. E’ la ragazzina che da anni sorride sbarazzina e solare dai più incantevoli angoli di mondo, mettendo il suo corpo, armonioso, in mostra. Niente scuole di portamento e scuole di trucco, solo un rapporto vero di amicizia e di ispirazione, di sguardi e di intesa, riesce a creare una figura nuova, che emerge fuori dal contrasto generale, lontano dagli stereotipi delle fanciullone dal viso squadrato, duro come la pietra, o delle cosidette “donne mediterranee” straripanti nelle loro forme giunoniche. Una donna dove sotto il vestito l’anima c’è, e si vede. Studentessa, una vita movimentata.. per lei questo non è sogno, ma vita quotidiana! A Lei donna dal carattere forte non importa granchè delle malelingue. Determinata, che pensa al presente, il passato è esperienza, il futuro si vedrà! E’ questo il mio modello, è questo il mio stile, è questa la mia arte! Comunicare con gli altri, parlare, esprimere le proprie emozioni, resta sempre il dubbio di non essere riusciti a dire tutto. Vedo la bellezza in tante cose, c’è ne sono tante che mi emozionano e ogni volta scopro sensazioni al di là del mio essere. Ipersensibile, a volte le emozioni che provo sono talmente difficili da gestire, così forti, che mi sembra di non poterle contenere, gli stimoli dall’esterno arrivano con una violenza tale che hai bisogno di mettere ordine alle idee. In questo un artista misura, taglia e cuce, fa e mette apposto perché si rende conto che a volte il mondo è troppo! Ho voluto dare un look nuovo, un essenza fresca e sbarazzina, un nuovo taglio alla vita quotidiana.. all’insegna del divertimento e dell’originalità.

In foto: Costumi di Paride Mirabilio.